Nasce a Caprese (Arezzo), 6 marzo 1475 protagonista del Rinascimento italiano, il più grande artista di sempre…
Michelangelo Buonarroti
Uno non si aspetta che lui, oltre ad essere scultore, pittore e architetto, fosse anche poeta. In effetti, Michelangelo stesso definiva ‘cosa sciocca’ questa sua attività. I suoi componimenti più antichi si fanno risalire al 1504-1505, ma è probabile che ne abbia realizzati anche in precedenza, dato che sappiamo che molti suoi manoscritti giovanili andarono perduti. Probabilmente la sua formazione poetica si svolse su testi di Petrarca e Dante, conosciuti alla corte di Lorenzo de’ Medici.
I primi sonetti sono legati a vari temi collegati al suo lavoro artistico, a volte raggiungono il grottesco con immagini e metafore bizzarre. Successivi sono i sonetti realizzati per Vittoria Colonna e per l’amato Tommaso de’ Cavalieri; in essi Michelangelo si concentra maggiormente sul tema neoplatonico dell’amore, sia divino che umano, che viene tutto giocato intorno al contrasto tra amore e morte, risolvendolo con soluzioni ora drammatiche, ora ironicamente distaccate.
Negli ultimi anni le sue rime si focalizzano maggiormente sul tema del peccato e della salvezza individuale; qui il tono diventa amaro e a volte angoscioso, tanto da realizzare vere e proprie visioni mistiche del divino.
(il manoscritto di Michelangelo) Non pur d’argento o d’oro
Non pur d’argento o d’oro
vinto dal foco esser po’ piena aspetta,
vota d’opra prefetta,
la forma, che sol fratta il tragge fora;
tal io, col foco ancora
d’amor dentro ristoro
il desir voto di beltà infinita,
di coste’ ch’i’ adoro,
anima e cor della mie fragil vita.
Alta donna e gradita
in me discende per sì brevi spazi,
c’a trarla fuor convien mi rompa e strazi.